Il Meccanismo del Capro Espiatorio (Sulfurea)
di Giusi Checcaglini
regia Fabio Grossi
con Fabio Pasquini e Federico Fiocchetti
sax Riccardo Nebbiosi
luci Umile Vainieri
musiche Riccardo Nebbiosi
assistente alla regia Laura De Angelis
luci e fonica Matteo Gregori
operatore video Chiara Trivelloni
parrucca Studio 13
foto di scena Sebastian Gimelli Morosini
riprese video Federico Braconi
missaggio audio Canio Giuseppe Famularo
organizzazione e amministrazione Alberto Giuseppe Biondi
service audio Gianchi Italia, Presa Diretta
La registrazione ĆØ stata effettuata presso il Teatro Arcobaleno di Roma
Si ringrazia Brunito Lanzoni e Giovanni Piccirillo
Uno speciale ringraziamento a Leo Gullotta
Un uomo giovane, insicuro, malgrado sia piacente e in accordo, allāapparenza, con il mondo che abita, a un tratto si trova vicino un signore elegante, eloquente ed ironico, con il quale inizia una conversazione particolare in un tempo dilatato e surreale.
Entrambi si trovano ad affrontare un cammino segnato da esperienze diverse, guidate e sorrette dal signore apparso al fianco del giovane, ma tutte caratterizzate da punti di vista contraddittori tra loro e provocatori. Tra i due, apparentemente conflittuali in ogni argomento, si instaura uno stretto legame tanto che il loro andare risulta una āviaā di nove stazioni di conoscenza, di riflessione, di amore. In termini sfumati appare qua e laĢ un richiamo alla metafisica presenza dentro lāuomo del ādiavoloā, ma tutto quello che accade tra i due eĢ orientato a spingere lāuomo giovane ādi tutti i giorniā ad una coscienza di seĢ non scontata, neĢ banale, aperta al mondo e ad una spiritualitaĢ sensibile allāaltro.
Non si tratta quindi di un diavolo corruttore, percheĢ, oggi, nel mondo cāeĢ quasi rimasto poco da corrompere, ma di un diavolo raddrizzatore che, forse, nel riposizionare il bene e il male nelle vecchie linee, puoĢ tornare a fare in pieno il suo mestiere!
ā Giusi Checcaglini
In un posto, una stanza, di non si sa dove, due uomini, che non si sa chi sono, sono impegnati in una conversazione, che non sappiamo da dove parte e dove vuole arrivare. Allāinizio sembreraĢ un esercizio di stile, ma ben presto risulta la contemporaneitaĢ e la motivazione di questo incontro. Raccontato in forma di ennalogo, il rapporto dei due si snocciola attraverso una time line non definita, ma singolare: ogni stazione/scena apre e chiude in maniera autonoma. CosiĢ la vicenda si potraĢ considerare come una āconversazione continuamente interrottaā.
Lāelemento che segmenta il tutto saraĢ la voce di un sax, a volte tenore, soprano, basso o baritono, che parallelamente intesse un suo monologo, che a volte diventa dialogo. Tramite la voce di questo oficleide evoluto si cercheraĢ di somatizzare e comprendere i temi discussi.
Da una situazione apparentemente claustrofobica si discerneraĢ sullo scibile umano, ribattendo lāantica diaspora tra il bene e il male, tra il concreto e lāapparente, tra la morale e lāamorale. Due attori e un musicista per raccontare, oggi, lāantica diatriba tra lāuomo e il diavolo.
ā Fabio Grossi