La volata di Calò
novitĂ assoluta di Gaetano Savatteri
regia e allestimento scenico Fabio Grossi
con Mimmo Mignemi, Liborio Natali, Giorgio Musumeci, Lucia Portale, Mara di Maura, Alessandro Giorgianni
con la voce di Leo Gullotta
e con gli allievi del IV anno della Scuola dâArte Drammatica âU. Spadaroâ
Michele Arcidiacono, Azzurra Drago, Luciano Fioretto, Gaia Lo Vecchio, Luigi Nicotra
costumi e opere in scena Angela Gallaro
video Mimmo Verdesca
cartoonist Turi Scandurra
movimenti scenici Donatella Capraro
luci Franco Buzzanca
Questo romanzo di Gaetano Savatteri narra la storia della vita â che sa di leggenda â di Calò, Calogero Montante, che sâincontrerĂ con quella di Camilleri nel 1943, nella Sicilia che conosce da vicino le devastazioni della guerra dopo lo sbarco degli anglo-americani.
Lâincontro tra i due personaggi in realtĂ non avverrĂ mai, ma un oggetto collegherĂ le loro esistenze: una bicicletta âMontanteâ. In quellâestate del â43 Calò combatte sul fronte jugoslavo mentre Camilleri, che da quindici giorni non ha piĂš notizie del padre si avventura insieme a suo cugino Alfredo in una lunga marcia di cinquantacinque chilometri da Serradifalco a Porto Empedocle pedalando su una bicicletta âMontanteâ prestatagli dalla zia Concettina.
La storia di Calò comincia proprio a Serradifalco dove nasce nel 1908 in una Sicilia che è rimasta ferma alla storia ottocentesca delle zolfare di Verga. Miniere di zolfo che avevano nomi terribili e suggestivi, Rabbione, Giulfo, Stincone, Apaforte, Marici, Dragaito, un presepe infernale gravido di fumi, di aria irrespirabile, di sotterranea violenza, di carrettieri prepotenti, picconieri ubriachi, carusi (ragazzini) piegati e piagati, soprastanti mafiosi.
Quella agli inizi del secolo è una Sicilia dove lâunica via di scampo è LâAmerica dove alla dogana di Ellis Island si accalcano i migranti per essere registrati: tra questi i settantuno Montante di Serradifalco. Ma il piccolo Calò è stato fortunato: è nato in una famiglia benestante di proprietari terrieri che al contrario dei suoi parenti non sono stati costretti ad abbandonare la loro terra in cerca di fortuna. Calò cresce nellâofficina di fabbro di suo zio dove giunge lâeco dei grandi protagonisti dei primi giri dâItalia: Binda, Guerra, Girardengo. Calò allora penserĂ di costruire una bicicletta tutta sua: ÂŤEra un sogno che mi portavo dietro fin da bambino. Erano tempi duri, la bicicletta era un mezzo di trasporto per pochi facoltosi. Una bici da corsa poi⌠Ma la mia passione era troppo forte, cosĂŹ mi costruii la mia prima bici Montante per correre la mia prima corsaÂť.
Nel 1926 Calò impianta a Serradifalco, in Via Dante, la sua fabbrica di biciclette da corsa sfidando la concorrenza della mitica Bianchi, sul mercato dal 1885, fornitrice della Real Casa e partecipante ufficiale al Giro dâItalia. Cominciando dai telai per biciclette Calò inizia ad essere conosciuto e partecipa per la prima volta al Giro di Sicilia con una squadra di otto corridori, lui compreso, con le divise confezionate da una sarta di Caltanissetta. Racconta Calò: ÂŤLe strade non erano come adesso, il fondo era in terra battuta, sterrato, con il rischio sempre di bucare e cadere. A volte rimanevamo fuori per giorni, ci spingevamo fino ad Agrigento portando con noi solo il necessario: una mantellina per la pioggia, un ricambio di scarpe e la biancheria. Per mangiare ci portavamo del pane e la frutta che trovavamo nei campi, i fichi dâIndia⌠Dormivamo sotto le stelle, abbracciati alla nostra biciclettaÂť.
Inizia cosĂŹ la lunga volata di Calò come imprenditore. Gira lâItalia per le forniture dei pezzi delle sue bici, riuscendo ad ottenere i primi appalti per i Regi Carabinieri che apprezzano la bicicletta, fatta tutta in Sicilia, a gomme piene, ben rifinita e robusta. Scoppia la guerra nel 1940 e tutto si ferma. Nel 1956 durante la faticosa ricostruzione del dopoguerra, la Cicli Montante è ormai unâindustria ben avviata.
Nel 2000 Calò, a novantadue anni, muore: esempio dâimprenditore moderno ed eroico per quella Sicilia di Serradifalco che come scrive Savatteri ÂŤsta dentro un triangolo della mappa criminale con paesi come Riesi, Villalba, Mussumeli in cui vivevano e dominavano famiglie di livello allâinterno di Cosa nostra di quegli anni, come i Calò e i Vizzini. Ebbene, giĂ il fatto di non aver cercato la protezione mafiosa in quegli anni mi è sembrato fosse abbastanza per far diventare la storia di Calogero Montante una storia di piccolo eroismo. La storia di chi arriva a tarda età ⌠cercando di essere dignitosamente onestoÂť.