Le allegre comari di Windsor

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Le allegre comari di Windsor
di William Shakespeare
regia Fabio Grossi
con Leo Gullotta, Alessandro Baldinotti, Paolo Lorimer, Mirella Mazzeranghi, Fabio Pasquini
e con Rita Abela, Fabrizio Amicucci, Valentina Gristina, Cristina Capodicasa, Gerardo Fiorenzano, Gennaro Iaccarino, Francesco Maccarinelli, Federico Mancini, Giampiero Mannoni, Sante Paolacci, Vincenzo Versari
traduzione e adattamento Fabio Grossi e Simonetta Traversetti
scene e costumi Luigi Perego
musiche Germano Mazzochetti
movimenti coreografici Monica Codena
luci Valerio Tiberi
regista assistente Mimmo Verdesca

 

Note di regia.

Fu per volontà della regina Elisabetta I che il Bardo riesumò Sir John Falstaff, fatto morire nella sua precedente opera, l’Enrico V: nacque così Le allegre comari di Windsor. Anche questa nostra edizione, benché passati parecchi secoli, nasce sotto l’occhio vigile e severo della grande Regina: intrighi, scherzi e maramaldate sfileranno così secondo il divertito gusto shakespeariano. Protagonista della vicenda è Sir John con le sue esuberanti smargiassate da guascone, la sua sovrabbondante figura, la sua pletorica simpatia cialtrona, il suo amore per la crapula e il bicchiere e la sua irresistibile, endemica disonestà viziosa e bonaria. I personaggi sono tanto pronti a impugnar le spade, a difesa di supposti e ridicoli onori, quanto a deporle per sostituirle con boccali di vin di Spagna, al fin inconscio di proporsi come innocue prede di chi del borseggio fa scopo di vita. Un ventaglio di più svariata umanità farà da protagonista della vicenda, ma su tutti trionferanno le donne, le comari che, con furbizia e lungimirante intelligenza, collocheranno, in maniera indolore per la comunità, la parola fine alla vicenda.

 

 

 

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