Prima della guerra

  • Anno: 2004
  • Categoria: Teatro, Regia
  • Link esterni: repubblica.it

Note di regia.

Sembra sempre molto facile scrivere le note di regia quando si è ancora in fase di progettazione, si è all’inizio, le idee ancora camminano libere tra le righe del testo, tutto è semplice. Ma quando ci si pone davanti allo schermo del computer per cominciare a digitare parole, porre in forma scritta i propri pensieri, allora ti accorgi che idee, parole, immagini, colori, rumori, personaggi, attori, s’incontrano e si scontrano tra di loro come macchinette di un’auto-scontro.

Con questo testo Giuseppe Manfridi ci comunica subito forti emozioni che, per quanto scritto più di venti anni fa, rimangono sempre molto attuali, e correlazioni col quotidiano vengono spontanee.

Pur nascendo come un cauto ottimista, ritrovo tra le righe di questa commedia, tematiche estremamente attuali e calzanti con la nostra società: la corsa sfrenata al potere, qualunque esso sia, disconoscendo ogni sorta di regola e rispetto nei confronti della vita umana, dove il suo annientamento è l’unico modo d’imporsi, di vincere, di trionfare. L’immagine che si ha nello “spiare” i due guerrieri, è quella di una gretta solitudine che porta ad immaginare “quello che c’è fuori”, per poter condizionare “quello che si ha dentro”: una lotta tra feti d’uno stesso utero per stabilire la primogenitura. La figura femminile rappresenta il dolore dell’incomprensione, l’intuizione umiliata, l’amore schiacciato. La nostra Cassandra, com’è uguale a quelle madri bosniache che piangevano e pregavano, nell’assoluta indifferenza, affinché i loro figli non fossero mandati al massacro! E come l’interno in cui si svolge la vicenda dei due guerrieri, sempre più assume la fisionomia della fusoliera d’un aereo carico di morte, che dopo l’11 settembre 2001, capitolo nefasto della nostra generazione, è simbolo di angosciante devastazione.

Potere, arroganza, sopraffazione, crudeltà, ottusità, violenza, carnefici, opportunismo, stupro, morte: parole sempre più all’ordine del giorno che ci arrivano con la stessa rapidità dei fatti nei nostri quotidiani convivi, catodicamente apparecchiati. Perciò immagino che questo muro telematico di nefandezze venga squarciato dalla protesta della parola, come per il cavallo fu abbattuta la porta della città di Troia. E Cassandra, angelo della verità, annientata dall’indifferenza, da sempre “cecchino” dell’umanità.

Propongo perciò a tutti noi il ruolo di testimoni in questo nuovo medioevo, protagonisti d’un nuovo periodo oscurantista già oltre la soglia del nuovo millennio.

 

 

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